key: cord-0043713-3c8posck authors: Isidori, Andrea M.; Jannini, Emmanuele A.; Lenzi, Andrea; Ghigo, Ezio title: Endo-COVID-19: la risposta delle Scuole di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo Italiane alla pandemia da SARS-COV2 date: 2020-05-22 journal: L'Endocrinologo DOI: 10.1007/s40619-020-00734-y sha: dc4b405574438b9d6d27fd2799f806207777f5d2 doc_id: 43713 cord_uid: 3c8posck nan Nel 22,9% dei casi, l'intero reparto di endocrinologia è stato convertito in posti letti per l'emergenza COVID (36,8% al Nord), mentre un contributo pari ad almeno il 50% dei posti letto ordinari è stato dato nel 41,7% su scala nazionale, nel 68,4% al Nord, e nel 25,1% e 23,1%, rispettivamente, al Centro e al Sud. A livello nazionale, il 45,8% dei reparti ha mantenuto invariata la propria attività di ricovero, ma solo il 26,3% al Nord (Fig. 1) . Per quanto riguarda la ricollocazione del personale specialistico (endocrinologi strutturati nel Sistema Sanitario Nazionale), nel 15,8% dei casi dei reparti del Nord Italia, l'intero gruppo della struttura è stato ricollocato in attività COVID-19, mentre su scala nazionale questo numero scende al 6,3% (Fig. 2) . Tuttavia, in ben il 63,2% delle strutture del Nord almeno metà del personale specialistico è stato utilizzato in attività COVID e, comunque, in oltre un terzo delle strutture (33,4%) su scala nazionale. In termini di unità, significa che su scala nazionale ben 168 endocrinologi strutturati hanno dedicato la maggior parte della loro assistenza alla gestione sanitaria COVID (di questi 141 al Nord, 31 al Centro e 9 al Sud). Ovviamente, questi numeri si riferiscono ai medici che sono stati direttamente impiegati nella gestione delle degenze COVID, mentre i rimanenti hanno comunque coperto i servizi rimasti operativi o coperto gli altri servizi lasciati scoperti dalla riorganizzazione della rete ospedaliera. Anche il personale infermieristico è stato ricollocato per coprire l'emergenza. Il trasferimento di tutte le unità è stato necessario nel 12,5% del territorio nazionale (21,1% al Nord), mentre il trasferimento di almeno la metà del personale infermieristico è avvenuto nel 35,4% (Nord: 52,7%). In termini di unità significa che su scala nazionale ben 192 infermieri hanno dedicato la maggior parte della loro assistenza alla gestione sanitaria COVID (di questi 130 al Nord, 44 al Centro e 28 al Sud). La riorganizzazione ha comportato una riduzione o sospensione dell'attività di ricovero in DH per l'89,6% delle strutture (Fig. 3 ) ma, nonostante la sospensione di tali ricoveri, le attività ambulatoriali con la copertura delle prestazioni urgenti e non differibili è stata garantita nella quasi totalità dei centri (Fig. 4) . Per quanto riguarda gli specializzandi, anche su questo fronte si registra un notevole contributo alla crisi sanitaria. Un terzo delle Scuole su scala nazionale ha messo a disposizione oltre la metà dei propri specializzandi (31,2%), e un aggiuntivo 16,7% ha messo a disposizione una quota inferiore. Tradotto in numero, questo corrisponde a un "piccolo esercito" di almeno 190 giovani endocrinologi in formazio- Il coinvolgimento degli specializzandi, tuttavia, è molto più alto nel Nord (68,4% con più della metà degli specializzandi afferenti e un addizionale 26,3% in quote minori), presente ma significativamente minore al Centro (rispettivamente 12,6 e 18,8%), mentre al Sud e nelle isole non risulta che gli specializzandi di endocrinologia siano stati direttamente coinvolti in attività connesse con l'emergenza COVID-19. Ovviamente, questo dato deve essere interpretato alla luce del diverso impatto che la pandemia ha avuto nel nord, rispetto al centro e sud Italia (e probabilmente anche alla disponibilità dei dispositivi di protezione individuale, DPI). Un aspetto che questa survey ha messo in luce riguarda l'adesione alla gestione dell'emergenza, avvenuta su base volontaria o su proposta della direzione nel 45,9% dei casi (obbligatoria nel 27,1%). In molti casi, la motivazione dei medici e degli specializzandi a voler dare un contributo è stata descritta e riportata con orgoglio dai Direttori di Scuola che hanno compilato la survey. In sintesi, questa Survey dimostra la capacità dell'Endocrinologia, in tutte le sue declinazioni, endocrinologica generale, diabetologica, metabolica e andrologica, di fornire un valido supporto alla tenuta del nostro sistema sanitario, fornendo competenza, personale e solidarietà. La nostra risposta all'emergenza non è stata soltanto fornire una guida alla migliore gestione del paziente endocrinometabolico con COVID-19 [1] [2] [3] [4] [5] , ma anche una massiccia mobilitazione di risorse umane. Riteniamo che questo documento debba essere motivo di orgoglio per tutte le Scuole di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo italiane, per i Direttori, i Coordinatori e per tutti i docenti, strutturati e specializzandi che dedicano la propria vita alla crescita scientifica e sanitaria del nostro Paese. Consenso informato Lo studio presentato in questo articolo non ha richiesto sperimentazione umana. Studi sugli animali Gli autori di questo articolo non hanno eseguito studi sugli animali. Nota della casa editrice Springer Nature rimane neutrale in riguardo alle rivendicazioni giurisdizionali nelle mappe pubblicate e nelle affiliazioni istituzionali. Prevalence and impact of diabetes among people infected with SARS-CoV-2 COVID-19 outbreak and steroids administration: are patients treated for Sars-Cov-2 at risk of adrenal insufficiency? An invisible hand has guided clinical endocrinology toward an unexpected future COVID-19 infection and glucocorticoids: update from the Italian Society of Endocrinology Expert Opinion on steroid replacement in adrenal insufficiency Study of SARS-CoV-2 in semen and urine samples of a volunteer with positive rino-pharyngeal swab