Sisifo - Wikipedia Sisifo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Jump to navigation Jump to search Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Sisifo (disambigua). Sisifo Sisifo spinge il masso (VI secolo a.C.)[a 1] Nome orig. Σίσυφος Specie Eoliano Sesso Maschio Professione Re di Efira Sisifo (in greco antico: Σίσυφος, Sísyphos; in latino: Sisyphus) è un personaggio della mitologia greca. Fondò la città di Efira (l'odierna Corinto[1]) della quale divenne re. «Qui visse Sísifo, che era il più astuto degli uomini, Sísifo, figlio d'Èolo; e un figlio generò Glauco; e Glauco generò Bellerofonte perfetto» (Omero, Iliade, libro VI, versi 153-155. Traduzione di Rosa Calzecchi Onesti[2].) Sisifo è l'emblema dell'uomo ingannatore e astuto, tanto è vero che in una versione del mito viene considerato il padre di Ulisse. Indice 1 Genealogia 2 Etimologia 3 Il mito di Sisifo 3.1 Sisifo e Salmoneo 3.2 Sisifo e la pietra 3.3 Pareri secondari 4 Le interpretazioni del mito di Sisifo 5 Influenza culturale 6 Note 6.1 Approfondimenti 6.2 Fonti 7 Bibliografia 7.1 Fonti 7.2 Moderna 8 Voci correlate 9 Altri progetti 10 Collegamenti esterni Genealogia[modifica | modifica wikitesto] Figlio di Eolo e di Enarete[3], sposò Merope e divenne padre di Glauco[3], Ornizione, Tersandro, Almo[4] e Profirione[5]. Etimologia[modifica | modifica wikitesto] Sisifo che trasporta il masso, 1920, nell'interpretazione di Franz von Stuck. Il nome di Sisifo è di incerta etimologia, sebbene i Greci lo interpretassero col significato di «uomo saggio»; in realtà esso è una variazione greca del dio Tesup, personificazione ittita del sole e della luce, identificato con Atabirio, dio solare di Rodi[6], a cui era sacro il toro. Esichio di Alessandria invece riporta una scrittura diversa del nome, Sesephus. Alla figura del Sisifo di Rodi (ovvero Atabirio) si ricollegava anche il rinvenimento di preziose statuette di bronzo e bassorilievi del XV secolo a.C., raffiguranti un toro sacro, accompagnato da numerosi attributi come lo scettro, due dischi sui fianchi e un trifoglio su un'anca[a 2]. Il mito di Sisifo[modifica | modifica wikitesto] In tutti i miti che lo riguardano, Sisifo è scaltro e senza scrupoli come nessun altro mortale. La sua leggenda infatti comprende numerosissimi episodi, ognuno dei quali è la storia di una sua astuzia. Sisifo e Salmoneo[modifica | modifica wikitesto] Alla morte di Eolo, Salmoneo (fratello di Sisifo) usurpò il trono tessalico e Sisifo, legittimo erede, si rivolse all'oracolo di Delfi, il quale gli consigliò di ingravidare sua nipote per riscuotere la vendetta; così, Sisifo sedusse la figlia di Salmoneo (Tiro), e dalla loro relazione nacquero due figli. Scoperto il verdetto dell'oracolo, comunque, il risentimento della donna sarà tale da indurla ad assassinare la prole avuta. Sisifo si presenterà quindi nella piazza del mercato a Larissa e mostrerà alla folla i cadaveri dei figli, dicendo che in realtà Tiro li aveva generati con il padre Salmoneo, e lo esilierà dalla Tessaglia per incesto. [7]. Sisifo e la pietra[modifica | modifica wikitesto] La fontana di Pirene a Corinto Mentre Sisifo cercava di risolvere il problema della scarsità dell'acqua a Corinto, si ritrovò nei pressi della rocca di Corinto, dove vide Zeus con una bella ninfa di nome Egina che era figlia del dio fluviale Asopo rapita dallo stesso Zeus. Il dio Asopo si presentò allora a Sisifo nelle sembianze di un vecchio e gli chiese notizie di sua figlia. Sisifo disse di averla vista, senza però rivelare subito chi l'aveva rapita, preferendo chiedere una fonte d'acqua per la sua città in cambio dell'informazione. Asopo promise che gli avrebbe dato la fonte e Sisifo, mantenendo il patto, rivelò che la ninfa era stata rapita da Zeus. Soddisfatto, Asopo fece dono al re della sorgente perenne detta Pirene[8]. Quando Zeus venne a sapere ciò che Sisifo aveva visto e rivelato ad Asopo, chiese a suo fratello Ade di mandare Thanatos per catturarlo e rinchiuderlo nel Tartaro. Quando Thanatos giunse a casa di Sisifo, questi lo fece ubriacare e lo legò con delle catene imprigionandolo. Con Thanatos incatenato, la morte scomparve dal mondo e quando il dio Ares si accorse che durante le battaglie non moriva più nessuno e che quindi le battaglie stesse non avevano più senso, si mosse per prendere Sisifo e, liberato Thanatos, lo condussero nel Tartaro[9]. Tuttavia, Sisifo aveva imposto alla moglie Merope di non seppellire il suo corpo, per cui egli ebbe motivo per protestare con gli dèi dell'empietà della moglie e Persefone, moglie di Ade, decise di farlo ritornare sulla Terra per tre giorni, il tempo di imporre alla moglie i riti funebri. Sisifo tornò nel mondo dei vivi, ma non obbligò la moglie a seppellirlo così gli dèi inviarono Hermes per catturarlo e riportarlo negli Inferi. Il dio messaggero obbedì con piacere potendosi così vendicare di Sisifo che in precedenza aveva smascherato suo figlio Autolico[10] (il ladro supremo) e (secondo alcune versioni) anche per aver violentato sua figlia Anticlea. Altre versioni riferiscono che Sisifo avesse ricevuto la possibilità di ritornare nel mondo dei vivi non da Persefone, bensì da Ade stesso, a patto però di tornare entro un giorno e come nell'altra versione del mito, Sisifo non tenne fede al patto sancito con la divinità degli inferi e rimase nel mondo dei vivi. La morte però in questo caso sopraggiunge naturalmente e non è affatto menzionato Hermes. Come punizione per la sagacia dell'uomo che aveva osato sfidare gli dèi, Zeus decise che Sisifo avrebbe dovuto spingere un masso dalla base alla cima di un monte. Tuttavia, ogni volta che Sisifo raggiungeva la cima, il masso rotolava nuovamente alla base del monte ed ogni volta, e per l'eternità, Sisifo avrebbe dovuto ricominciare da capo la sua scalata senza mai riuscirci. Pareri secondari[modifica | modifica wikitesto] Secondo una tradizione, fu il padre di Ulisse, generato da una relazione con la madre Anticlea prima dell'unione di lei con il re di Itaca Laerte. Le interpretazioni del mito di Sisifo[modifica | modifica wikitesto] Sisifo come simbolo per continuare una guerra insensata. Johann Vogel: Meditationes emblematicae de restaurata pace Germaniae, 1649 Il re Sisifo viene considerato alla stregua del disco del sole che sorge ogni giorno a est e poi sprofonda verso ovest.[11] Altri studiosi lo considerano una personificazione delle onde che salgono e scendono, o del mare infido[11]. Il filosofo epicureo Lucrezio del I secolo a.C. interpreta il mito di Sisifo come la personificazione dei politici che aspirano a un ufficio politico ma ne vengono costantemente sconfitti. La ricerca del potere, di per sé una "cosa vuota", viene paragonata al rotolare del macigno dalla collina. Lucrezio ritiene infatti che le ambizioni siano pericolose perché allontanano l'uomo dalla saggezza. [12] Friedrich Welcker suggerì l'interpretazione secondo cui il mito di Sisifo simboleggiava la lotta vana dell'uomo nella ricerca della conoscenza, mentre Salomon Reinach[13] ipotizzò che la sua punizione si basasse su un quadro in cui Sisifo era rappresentato mentre roteava un'enorme pietra dall'acrocorinto, simbolo del lavoro e delle abilità coinvolte nella costruzione del Sisifeo. Albert Camus, nel suo saggio Il mito di Sisifo del 1942, vide in Sisifo la personificazione dell'assurdità della vita umana, ma Camus conclude "bisogna immaginare Sisifo felice" come se "la lotta stessa verso le vette fosse sufficiente per riempire il cuore di un uomo". J. Nigro Sansonese,[14] basandosi sull'opera di Georges Dumézil, ipotizza che l'origine del nome "Sisifo" sia onomatopeica del continuo suono di susurrant ("siss phuss") fatto da il respiro nei passaggi nasali, situando la mitologia di Sisifo in un contesto molto più ampio di tecniche arcaiche (vedi religione proto-indoeuropea) che inducono la trance legate al controllo del respiro. Il ciclo ripetitivo di inspirazione-espirazione è descritto esotericamente nel mito come un moto su e giù di Sisifo e del suo macigno su una collina. In esperimenti che verificano come i lavoratori rispondono quando il significato del loro compito è diminuito, la condizione del test viene indicata come condizione Sisifousa. Le due conclusioni principali dell'esperimento sono che le persone lavorano di più quando il loro lavoro sembra più significativo e che le persone sottovalutano la relazione tra significato e motivazione.[15] Influenza culturale[modifica | modifica wikitesto] Il filosofo francese Albert Camus gli ha dedicato un importante saggio (Il mito di Sisifo. Saggio sull'assurdo) dove, negando qualsivoglia valore a un significato trascendente alla vita e al mondo, riconosce come assurda l'esistenza: senza un significato l'esistenza è irrazionale ed estranea a noi stessi. Resta dunque il suicidio, ma quello "fisico" non risolve il problema del senso; mentre quello "spirituale" (Kierkegaard con la "speranza" in Dio, e Husserl con la ragione portata oltre i limiti della propria finitudine) svia dal vero problema. La soluzione per Camus è la "sopportazione" della propria presenza nel mondo, sopportazione che consente la libertà; e la protesta/ribellione nei confronti dell'assurdità dell'esistenza, quindi contro il destino, consegna alla vita il suo valore effettivo. Camus non cerca quindi più Dio o l'Assoluto, il suo obiettivo diviene "l'intensità della vita". Per Camus Sisifo è quindi felice perché nella sua condanna diviene consapevole dei propri limiti e quindi assume su di sé il proprio destino. Nel libro di Paolo Maurensig Canone inverso viene citato Sisifo a pagina 72,[16] come stemma della divisa del protagonista Jenö Varga, e a pagina 79,[17] per indicare che, per quanto riguarda la perfezione, all'uomo non sarà mai dato raggiungerla. Nel libro di fantascienza di Greg Egan Distress (1995) Sisifo è un'intelligenza artificiale installata su un pad digitale o quello che si può ricondurre a un moderno tablet. La sua funzione nell'immaginario dello scrittore è molto vicina, anche se più sviluppata, a quella degli attuali assistenti vocali per smartphone. In fisica atomica l'effetto Sisifo (Sisyphus Cooling) è un meccanismo di raffreddamento laser tramite il quale è possibile raggiungere temperature inferiori a quella del limite Doppler. Fu sviluppato nel 1989 dal fisico francese Claude Cohen-Tannoudji. A Sisifo è intitolata la suite strumentale d'avanguardia Sysyphus, pubblicata nel 1969 dalla band progressive rock Pink Floyd nel disco Ummagumma e scritta dal tastierista Richard Wright. Sisifo è il protagonista del videogioco Rock of Ages. Sisyphus è il titolo del corto d'animazione candidato all'Oscar nel 1974 del regista, grafico, illustratore, scrittore, politico ungherese Marcell Jankovics. Sisyphus è il titolo di una canzone del cantautore statunitense Andrew Bird. La canzone Carve Away The Stone, ultima traccia dell'album Test For Echo (1996) della band progressive rock Rush, tratta del mito di Sisifo e della pietra da lui sospinta. Note[modifica | modifica wikitesto] Approfondimenti[modifica | modifica wikitesto] ^ Sisifo spinge il masso (VI secolo a.C.), dal santuario di Hera al Sele, conservato al Museo archeologico nazionale di Paestum. Il demone alato alle spalle di Sisifo intende rendere più dura la punizione del re di Èfira. Nell'Odissea (XI, 593 e ss.), Sisifo è tormentato nell'Ade dove viene obbligato a spingere per l'eternità un enorme masso fino alla vetta dove questo finisce per rotolare di nuovo giù a valle. Omero non ci dice nulla sui motivi della sua condanna da parte di Zeus, lo scoliaste (cfr. loc. cit.) lo relaziona al fatto di aver rivelato ad Asopo il luogo dove Zeus gli aveva rapito la figlia Egina. Strabone (VIII, 6,2) ci parla di un suo sacrario, Sisypheion, sull'Acorinto; Pausania (II, 2, 2) ci dice della sua tomba sull'Istmo. ^ La figura del toro in rapporto alla figura di Sisifo si ricollega al rapimento delle mandrie che quest'ultimo faceva pascolare sull'Istmo di Corinto e che gli vennero sottratte dal ladro Autolico. Dopotutto le razzie di mandrie contrassegnate dal marchio del dio Sole erano un episodio molto comune nei miti greci: le razzie compiute dai compagni di Ulisse nell'isola al dio sacra (Omero, Odissea, libro XII, 127-143); quelle del gigante Alcioneo, sconfitto dall'avversario Eracle (Apollodoro, Epitome II 5 10 e I 6 1). Ma allo stesso modo anche la vicenda biblica di Giacobbe, come Autolico, era riuscito a rubare le bestie dalle mandrie di Labano (Genesi XXIX e XXX) Fonti[modifica | modifica wikitesto] ^ (EN) Apollodoro, Biblioteca I, 9.6, su theoi.com. URL consultato il 23 maggio 2019. ^ Omero, Iliade, libro VI, versi 153-155. ^ a b (EN) Apollodoro, Biblioteca I, 9.3, su theoi.com. URL consultato il 23 maggio 2019. ^ (EN) Pausania il Periegeta, Periegesi della Grecia II, 4.3, su theoi.com. URL consultato il 23 maggio 2019. ^ Scoli a Apollonio Rodio, Le Argonautiche 3.1553 ^ (EN) sisyphus | Search Online Etymology Dictionary, su www.etymonline.com. URL consultato il 27 giugno 2018. ^ Igino, Fabulae, LX Sisifo e Salmoneo su su theoi.com (In inglese). ^ Pseudo-Apollodoro, Biblioteca, libro III. 12. 6 su theoi.com (In inglese) ^ Pausania, Periegesi della Grecia, libro II. 5. 1 su theoi.com (In inglese) ^ Igino, Fabulae, CCI Autolico su theoi.com (In inglese) ^ a b Chisholm, Hugh, ed. (1911). "Sisyphus". Encyclopædia Britannica. 25 (11th ed.). Cambridge University Press. p. 161. ^ De Rerum Natura III ^ Revue archéologique, 1904 ^ Sansonese, J. Nigro. The Body of Myth. Rochester, 1994, pp. 45–52. ISBN 0-89281-409-8 ^ Ariely, Dan (2010). The Upside of Irrationality. ISBN 0-06-199503-7. ^ Cf. ricorrenza in books.google.it. ^ Cf. ricorrenza in books.google.it. Bibliografia[modifica | modifica wikitesto] Fonti[modifica | modifica wikitesto] Omero, Iliade, libro VI, 152 Omero, Odissea, libro XI, 593-600 Pseudo-Apollodoro, Biblioteca I, 7,3; 9,3 ss. Pausania, Libro II, 1,3 Igino, Fabulae 60, 201 Tzetze, Scoli a Licofrone 107; 176; 229; 284; 344. Crizia, Sisifo ( tragedia ) Moderna[modifica | modifica wikitesto] Robert Graves, I miti greci, Milano, Longanesi, ISBN 88-304-0923-5. Pierre Grimal, Dizionario di mitologia, Parigi, Garzanti, 2005, ISBN 88-11-50482-1. Angela Cerinotti, Miti dell'antica Grecia e di Roma Antica, Verona, Demetra, 1998, ISBN 978-88-440-0721-8. Felice Ramorino, Mitologia Classica illustrata, Milano, Ulrico Hoepli, 2004, ISBN 88-203-1060-0. Gaetana Miglioli, Romanzo della mitologia dalla A alla Z, Firenze, G. D'Anna, 2007, ISBN 88-8104-731-4. Voci correlate[modifica | modifica wikitesto] Il mito di Sisifo, saggio di Albert Camus Toante Altri progetti[modifica | modifica wikitesto] Altri progetti Wikiquote Wikimedia Commons Wikiquote contiene citazioni di o su Sisifo Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Sisifo Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto] Sisifo, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Controllo di autorità VIAF (EN) 67258418 · LCCN (EN) no2014082839 · GND (DE) 118614797 · BNF (FR) cb12078609k (data) · CERL cnp00567273 · WorldCat Identities (EN) viaf-67258418 Portale Mitologia greca: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di mitologia greca Estratto da "https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Sisifo&oldid=117683336" Categorie: Puniti nell'Ade Re della mitologia greca Personaggi della mitologia greca Miti legati a Corinto Re di Corinto Categorie nascoste: Voci con codice VIAF Voci con codice LCCN Voci con codice GND Voci con codice BNF Voci con codice CERL Voci con codice WorldCat Identities Voci non biografiche con codici di controllo di autorità Menu di navigazione Strumenti personali Accesso non effettuato discussioni contributi registrati entra Namespace Voce Discussione Varianti Visite Leggi Modifica Modifica wikitesto Cronologia Altro Ricerca Navigazione Pagina principale Ultime modifiche Una voce a caso Nelle vicinanze Vetrina Aiuto Sportello informazioni Comunità Portale Comunità Bar Il Wikipediano Fai una donazione Contatti Strumenti Puntano qui Modifiche correlate Pagine speciali Link permanente Informazioni pagina Cita questa voce Elemento Wikidata Stampa/esporta Crea un libro Scarica come PDF Versione stampabile In altri progetti Wikimedia Commons Wikiquote In altre lingue Afrikaans العربية مصرى Asturianu Azərbaycanca Boarisch Беларуская Български বাংলা Brezhoneg Bosanski Català کوردی Čeština Чӑвашла Dansk Deutsch Ελληνικά English Esperanto Español Eesti Euskara فارسی Suomi Français Gaeilge Galego עברית Hrvatski Magyar Հայերեն Bahasa Indonesia Íslenska 日本語 Jawa ქართული Қазақша 한국어 Latina Lëtzebuergesch Lietuvių Македонски မြန်မာဘာသာ Plattdüütsch Nederlands Norsk nynorsk Norsk bokmål Occitan Polski Português Română Русский Scots Srpskohrvatski / српскохрватски Simple English Slovenčina Slovenščina Shqip Српски / srpski Svenska ไทย Türkçe Українська Tiếng Việt Winaray 吴语 中文 Modifica collegamenti Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 2 gen 2021 alle 00:54. 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