TD/14-1998 Molto si parla (e l’abbiamo fatto più volte anche noi su queste pagine) di uso del software con studenti che presentano qual- che tipo di difficoltà: programmi per il recu- pero di abilità, programmi che consentono attività altrimenti precluse, programmi di sensibilizzazione, programmi rieducativi… Mentre conducevamo esperienze, le più va- rie, di uso di software nella scuola di base abbiamo, tuttavia, anche riflettuto sul fatto che monitorare da vicino un dialogo compu- ter-studente pur senza prendervi parte, (gio- care, insomma, un ruolo di semplice “spetta- tore” in un processo di apprendimento) può essere estremamente significativo e può of- frire più spunti di riflessione di quanto si po- trebbe pensare. Non è come guardare “lo stesso bambino” che fa “lo stesso compito” con carta e penna: quello che si segue è di fatto un dialogo con “due” attori uno dei quali - lo studente- gioca una parte attiva di fronte ad un interlocutore (senza dubbio più “neutro” rispetto ad un interlocutore uma- no), che propone, corregge, sollecita, offre spunti e, eventualmente, in ultima analisi, giudica. Abbiamo, quindi, imparato, durante le no- stre esperienze educative e rieducative a se- derci alle spalle dei nostri piccoli studenti e a guardarli interagire con un software (op- portunamente scelto e calibrato) anche con l’obiettivo di “capire” qualcosa sul loro ap- proccio all’”imparare”, sulle strategie logi- che che mettono in atto e, soprattutto, sulle eventuali difficoltà che incontrano. Per ogni studente abbiamo, raccolto molte informazioni sulle abilità di soluzione di pro- blemi, sulle capacità di memoria e attenzio- ne, sulle attitudini alla manipolazione di informazioni, sulle abilità di costruzione creativa. Queste riflessioni ci hanno offerto non pochi spunti per calibrare e orientare meglio i nostri interventi successivi, indiriz- zandoli concretamente laddove si rilevava una particolare difficoltà e, cosa più impor- tante, seguendo la strategia educativa che meglio si adattava e/o era più gradita ad ognuno. Abbiamo visto Matteo muoversi vivacemen- te e con apparente destrezza all’interno di un ipertesto, passare velocemente da una pagina all’altra e poi, di fronte ad una domanda, scegliere, con foga indispettita, tutte le rispo- ste, tutte indistintamente, prima una poi l’al- tra, senza tener conto della controrisposta del computer, senza riflettere, senza leggere e va- lutare il feedback, senza soffermarsi a pensa- re. Trattandosi di un quesito a scelta multipla la risposta (che, detto incidentalmente, non era fuori della sua portata) avrebbe potuto anche essere trovata empiricamente sceglien- do ad una ad una, in sequenza, le varie alter- native proposte, ciò presupponeva tuttavia decidere una strategia di comportamento ed era esattamente quello che Matteo non sape- va o non voleva fare: soffermarsi e riflettere. E così abbiamo creduto di intravedere alme- no una delle possibili (e forse svariate) cause di tutti quei suoi insuccessi scolastici, (in un contesto generale di “normalità” e, per certi versi, di “vivacità”): una incapacità a concen- trarsi su un compito preciso, (semplice o complicato non importa) una tendenza a non riflettere, ma ad agire per analogia o per con- suetudine in base agli stimoli del momento, seguendo la strada del minor sforzo cogniti- vo possibile. Abbiamo, invece, visto Luca, (un bambino meno vivace e certo più lento di Matteo) di fronte ad una domanda ripetere più volte la stessa risposta sbagliata, abbiamo avuto l’impressione di vederlo insistere così capar- biamente sulla stessa risposta perché incapa- ce di costruirsi logicamente una strategia al- ternativa di soluzione del problema che ave- va di fronte; Luca, tuttavia, a differenza di Matteo, di fronte alle domande si dava tutto il tempo per rispondere, si concentrava e in apparenza rifletteva senza, evidentemente, riuscire a tener conto contestualmente dei diversi parametri in gioco (risposta data, messaggio di errore ricevuto, possibilità an- cora aperte), pertanto le sue risposte (cioè il risultato delle sue riflessioni, forzatamente parziali), in definitiva, finivano con lo sfug- gire ad ogni possibile logica. TD n. 14 volume 2-1998 61 TD E DISABILITÀ Alla ricerca delle “difficoltà” nascoste… a cura di Michela Ott ITD-CNR, Genova ott@itd.ge.cnr.it Per Lucia invece il problema, l’abbiamo per- cepito chiaramente, era ricordare: una me- moria scarsa e penalizzante, ce ne siamo resi conto vedendole costruire una storia con il computer; il lavoro sembrava faticoso, lento, spezzettato; il risultato appariva segmentato con una buona logica interna di ogni micro- segmento, ma globalmente deficitaria. Os- servandola l’abbiamo vista spesso tornare indietro, a rileggere quanto aveva fatto, alla ricerca di aiuto… alla ricerca di qualche co- sa che non trovava nella sua mente...; questa “impressione” sul suo modo di lavorare e sulla sua difficoltà di ricordare è stata ine- quivocabilmente confermata quando le ab- biamo proposto qualche software specifico per l’esercizio della memoria. Così per Matteo, Luca e Lucia, alunni della stessa classe e della stessa età (nessuno con “segnalazione” degli organi sanitari compe- tenti), con prestazioni scolastiche qualitati- vamente analoghe, abbiamo studiato strate- gie di intervento diverse basate su percorsi rieducativi che tenessero conto delle loro di- verse abilità e delle loro diverse difficoltà. Per Matteo e per Lucia l’assiduità del lavoro al computer (completamente autonomo, nel caso di Lucia, fortemente mediato dall’inse- gnante nel caso di Matteo) ha dato buoni ri- sultati ed abbiamo registrato miglioramenti consistenti. Luca è ancora la nostra spina nel cuore, vor- remmo che tutti gli sforzi che fa fossero pre- miati, ma la meta appare ancora lontana…; in accordo con i genitori chiederemo una consulenza, ma intanto ci siederemo ancora dietro al suo computer e lo guarderemo lavo- rare… 62 TD n. 14 volume 2-1998 È stata annunciata l’edizione 1998 di Netd@ys Europe per la settimana dal 17 al 24 ottobre prossimi. L’iniziativa, organizzata dalla Commissione Europea per l’Edu- cazione, l’Aggiornamento e la Gioventù, ha avuto la sua prima edizione lo scorso ottobre. Centi- naia di scuole di tutta Europa si sono collegate in contemporanea ed hanno potuto far conoscere le proprie iniziative e scambiare informazioni. In totale sono state organizzate oltre 700 attività a li- vello locale, regionale e naziona- le. L’edizione 1998 è orientata al- la partecipazione delle scuole pri- marie e secondarie europee ed è estesa al contributo dei musei, delle biblioteche e delle organiz- zazioni giovanili. Per informazioni contattare: Alain Dumort o Jimmy Jamar Settore Nuove Tecnologie della Commissione Europea tel. +32.2.2952082 fax +32.2.2966297 e mail: netdays@dg22.cec.be NETD@YS EUROPE 1998